Cenni storici
Villa Gentilizia è una residenza di campagna denominata “Isola”, perché costruita in un'area circondata dai tre lati del fiume Metauro, che in quel punto forma una caratteristica ansa.Villa Isola nacque come torre colombaia nel III secolo, poi fu trasformata in un casino di campagna da Guido Antonio Bonaventura, che ne divenne proprietario nel 1467. Nel 1578 ospitò Torquato Tasso e, dopo il matrimonio dell’ultima discendente dei Bonaventura, Maria Cristina, con il marchese Antonio Antaldi Viti, nel 1749, venne ampliata con un porticato, alcune sale al piano superiore e un oratorio dedicato a San Rocco. Oggi è di proprietà di Eugenia Ligi Ruperti. L’edificio originario, ampliato e trasformato nel corso dei secoli, è caratterizzato esternamente da un porticato sostenuto da robusti piloni, finestre rettangolari incorniciate da semplici cornici in laterizio a vista. Internamente, presenta volte a vela con decorazioni in stucco settecentesche. A poca distanza dalla residenza sorge una costruzione più bassa, composta da una cappella con sagrestia retrostante e locali di servizio che in passato erano adibiti a seteria. Dietro la cappella si trova inoltre una piccola fontana in muratura mista di pietre e mattoni.
Perché è stato scudato
Originariamente appartenente alla nobile famiglia Bonaventura, una delle casate più importanti di Urbino, ospitò nel 1578 Torquato Tasso, che qui compose “O del grand’Appennino”, conosciuta universalmente come “Canzone al Metauro”. Per commemorare tale evento, nel 1969 il Comune di Fermignano appose una lapide con iscrizione dedicatoria sul prospetto dell’edificio, diventando uno dei simboli più emblematici della cittadina.