Cenni storici
La Basilica dei Santi Martiri Nereo e Achilleo fu eretta a Milano negli anni Trenta del Novecento, su progetto dell’architetto Giovanni Battista Maggi, rappresentando uno degli esempi più significativi dello stile razionalista applicato all’architettura religiosa. Il vasto complesso, inaugurato dal cardinale Ildefonso Schuster, ha assistito a uno dei momenti più drammatici della storia cittadina: durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la basilica fu colpita da una bomba incendiaria. Fortunatamente, i danni furono contenuti e l’Oratorio della Basilica poté svolgere un ruolo fondamentale, ospitando alcune famiglie rimaste senza un’abitazione.Nel dopoguerra, per esprimere riconoscenza per lo scampato pericolo e per la protezione ricevuta, i milanesi promossero la costruzione, all’interno della chiesa, di una cappella dedicata alla Madonna di Fatima. Questa cappella fu impreziosita dagli affreschi del pittore Vanni Rossi, che vi rappresentò episodi di storia contemporanea con grande intensità emotiva e forza narrativa. Grazie alla ricchezza dei suoi dettagli e alla profondità espressiva delle scene, la cappella è affettuosamente soprannominata la “Cappella Sistina del Novecento”, divenendo uno dei luoghi più suggestivi e significativi della basilica stessa.
Perché è stato scudato
La Basilica dei Santi Martiri Nereo e Achilleo, situata nei pressi dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’Istituto Neurologico Carlo Besta, rappresenta un luogo di profondo valore storico, artistico e umano. La sua posizione, accanto a due importanti centri di cura dedicati alle patologie oncologiche, neurologiche e dello spettro autistico, la rende un punto di riferimento spirituale e di conforto per pazienti, famiglie e operatori sanitari.
All’interno della basilica si trova la Cappella dedicata alla Madonna di Fatima, impreziosita da affreschi che raccontano la storia moderna attraverso un linguaggio di intensa forza simbolica. In una delle scene realizzate dal pittore Vanni Rossi, maestro del Novecento, è raffigurato il tragico fungo atomico di Hiroshima e Nagasaki, emblema di distruzione e disperazione. Poco più avanti, sotto una finestra sullo stesso lato, appare un riferimento alla tragedia dei campi di concentramento, mentre un’altra sequenza pittorica raffigura Caino e Abele in lotta, evocando la violenza fratricida che attraversa la storia dell’umanità.
Queste immagini rimandano idealmente ai celebri versi di Salvatore Quasimodo, scritti proprio a Milano in quegli anni: “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo…” — un monito universale contro la guerra e la distruzione, e un invito alla pace e alla compassione.
La presenza della Cappella di Fatima, con il suo messaggio di speranza e riflessione, unita al valore artistico delle opere di Vanni Rossi, conferisce alla basilica una straordinaria rilevanza culturale e spirituale. Per queste ragioni, è stato ritenuto opportuno apporre lo Scudo Blu alla Basilica dei Santi Martiri Nereo e Achilleo, riconoscendola come bene di valore storico, artistico e umanitario.