Cenni storici
La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia è una delle più importanti espressioni del romanico pisano in Sardegna. Attualmente, il titolo priorale della chiesa e del monastero camaldolese è detenuto dall’Arcivescovo di Sassari. La chiesa fu completata nel 1116, su iniziativa del giudice Costantino I di Torres, che, secondo il Condaghe di Saccargia, durante un viaggio con la moglie Marcusa de Lacon Gunale fu ospitato dai monaci camaldolesi. In quell’occasione, la coppia fece voto alla Madonna – venerata nel luogo – affinché potesse avere un figlio. Alla nascita di Gonario II di Torres, i coniugi donarono una nuova chiesa, consacrata il 5 ottobre dello stesso anno e affidata ai monaci camaldolesi, che vi fondarono la loro abbazia. La basilica fu ampliata tra il 1118 e il 1120 da maestranze pisane. Nel 1219, ospitò le nozze tra Adelasia di Torres e Ubaldo Visconti.Il nome “Saccargia” deriverebbe dal termine medievale latino “Sacraria”. La struttura presenta una pianta ad aula unica con un breve transetto e tre cappelle absidate. Le pareti sono realizzate alternando conci di calcare bianco e basalto nero, secondo lo stile tipico delle maestranze pisane attive nel giudicato turritano alla fine dell’XI secolo.
In una seconda fase costruttiva furono realizzati l’innalzamento della navata, il prolungamento verso ovest e la facciata attuale, in parte ricostruita all'inizio del Novecento. Quest’ultima, arricchita da logge finte e trafori, rende difficile distinguere le parti originarie da quelle restaurate. Il portico presenta tre archi frontali e due archi laterali su ciascun lato, con colonne bianche e pilastri bicromi i cui capitelli sono scolpiti con figure alate e mostruose. A nord-ovest si erge un campanile quadrangolare collegato direttamente all'interno della chiesa.
Perché è stato scudato
Per la prima volta, la Croce Rossa Italiana – insieme ai Comitati di Sassari e Nuoro – ha scelto di attribuire il primo “scudo blu” della Sardegna a un simbolo del patrimonio culturale di straordinario valore: la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza storica, artistica e religiosa dell’edificio, unanimemente riconosciuta dalla comunità sarda e dalla Soprintendenza. Capolavoro del romanico pisano in Sardegna, la basilica si erge in una suggestiva vallata verde, nelle campagne del comune di Codrongianos. Lunga circa 30 metri, larga 7 e alta 14, fu costruita sulle rovine di un antico monastero e le sue origini si intrecciano con leggende e antichi culti religiosi. L’interno, a pianta a croce commissa e navata unica, è semplice e spoglio, ma colpisce per il ciclo di affreschi del XII secolo conservato nell’abside centrale. Attribuiti a un artista ignoto proveniente dall’Italia centrale, questi affreschi rappresentano l’unico esempio integralmente conservato di pittura murale romanica in Sardegna. Disposti in riquadri, raffigurano numerose scene evangeliche: il Cristo in mandorla con angeli, arcangeli e serafini, la Madonna in preghiera con i santi, l’Ultima Cena, il bacio di Giuda, la crocifissione e la sepoltura. Tra le opere di rilievo presenti all’interno spiccano anche una statua lignea della Madonna del Quattrocento e il Retablo minore di Saccargia, un dipinto su tavola attribuito al Maestro di Castelsardo e composto da sei pannelli raffiguranti la Trinità, la Madonna col Bambino, l’Annunciazione, San Giovanni Battista e San Pietro Apostolo.