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Chiesa Madonna dei Cignali (Fassinoro, Longone Sabino – RI) è scudato Chiesa Madonna dei Cignali (Fassinoro, Longone Sabino – RI) Rieti e provincia

Cenni storici

Nel territorio dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore, nei pressi del castrum di Porcigliano (oggi Fassinoro), sorgeva la chiesa di Santa Maria di Licingianum, un antico toponimo poi alterato nei secoli in Licignano, Ricimano e, successivamente, in Madonna de Li' Cingnani, Madonna de 'i Cingnani, Madonna dei Cignani e infine Madonna dei Cignali. In epoca moderna, il nome è stato ulteriormente corrotto in Madonna dei Cinghiali.

La chiesa è menzionata per la prima volta in una pergamena del 1253 conservata presso l’Archivio Capitolare di Rieti, con la denominazione di Santa Maria di Ricimano. Si ritiene che essa sia ciò che resta dell’antico insediamento sviluppatosi intorno alla chiesa, noto nei documenti come Villa Cignani o Villa Cingnani, toponimo derivato dal latino Licingianum.

Questo abitato, ancora citato in un documento del 1452, si spopolò a favore del vicino castello di Porcigliano a seguito dei conflitti che nel XV secolo interessarono i territori dell’abbazia. Nei secoli XV e XVI numerosi furono i lasciti da parte degli abitanti di Porcigliano a favore della chiesa della Madonna dei Cignali.

Nel 1662 la chiesa fu restaurata grazie all’intervento congiunto delle comunità di Porcigliano e Roccaranieri. Da allora, gli abitanti di Roccaranieri ottennero il diritto – tuttora riconosciuto – di compiere un pellegrinaggio in processione alla Madonna dei Cignali ogni lunedì di Pasqua, con precedenza su quelli di Porcigliano. Questo diritto è attestato dalla visita pastorale del 9 novembre 1681, compiuta da Giovan Francesco dè Laurentis per conto del Cardinale Carlo Barberini, abate commendatario di San Salvatore Maggiore.

A causa della forte devozione popolare, il luogo è oggi conosciuto anche come Santuario della Madonna dei Cignali.

Tra il 1662 e il 1673 venne costruito, sul fianco sinistro della chiesa (affacciato sulla valle del Turano), un edificio annesso su due piani: al piano inferiore tre stanze adibite a stalle e al piano superiore cucina, dormitorio e sagrestia. Questa struttura serviva a trasformare la chiesa in un eremo, gestito da un eremita autonomo rispetto al parroco di Porcigliano. La presenza dell’eremita è documentata fino al 1860.

Non esistono fonti storiche certe sull’origine del culto della Madonna dei Cignali, ma una tradizione orale, raccolta dal parroco don Lino Rogai nel XX secolo, ne attribuisce l’inizio a un'apparizione mariana. Secondo la leggenda, una colomba catturata da alcuni cacciatori a Roccaranieri e portata a Belmonte fuggì e ricomparve nei pressi di una quercia. Lì una pastorella vide una fanciulla luminosa posarsi su una roccia, che le disse: «Non temere, sono Maria, la madre di Gesù. Guarda quel colle che voi chiamate ‘il Colle dei Cignali’. Dirai agli abitanti di Roccaranieri e Porcigliano di costruirvi una chiesa dedicata al mio nome».

La fanciulla scomparve, e le comunità locali accolsero l’invito costruendo una chiesa sul colle. La chiesa divenne così meta di pellegrinaggio per gli abitanti di Porcigliano (oggi Fassinoro), Roccaranieri e San Silvestro.

Perché è stato scudato

Il principale strumento di protezione dei beni culturali previsto dal Diritto Internazionale Umanitario (DIU) è la Convenzione dell’Aja del 14 maggio 1954, corredata dal relativo Regolamento di esecuzione e dai due Protocolli aggiuntivi (quello del 1954 e quello del 1999).

Durante i conflitti armati, i beni culturali possono essere danneggiati o distrutti intenzionalmente, colpiti come danno collaterale o saccheggiati, diventando veri e propri “bottini di guerra” sia per forze militari che per civili. Sebbene non sia possibile eliminare del tutto questi rischi, alcune misure preventive possono essere adottate in tempo di pace. Tra queste, l’apposizione dello Scudo Blu, simbolo internazionale che segnala la necessità di protezione di un bene culturale da atti ostili, rappresenta uno degli strumenti più efficaci previsti dalla Convenzione dell’Aja.

In Italia, tuttavia, l’applicazione della Convenzione è stata finora limitata rispetto alle reali esigenze del territorio, e i suoi contenuti non sono stati sufficientemente divulgati. I recenti conflitti – anche in Europa – hanno dimostrato che i beni culturali non sono più solo vittime collaterali, ma veri e propri obiettivi strategici: la loro distruzione viene spesso pianificata come parte della condotta bellica.

Per questo motivo, il Comitato Regionale della Croce Rossa Italiana del Lazio ha promosso il progetto “I Magnifici Bersagli: tuteliamoli in tempo di pace per proteggerli in teatro di conflitto armato”. Il progetto si è avviato nel dicembre 2024, in occasione della chiusura delle celebrazioni per i 160 anni dalla fondazione dell’Associazione e in concomitanza con l’apertura dell’Anno Giubilare.

L’iniziativa coinvolge tutti gli Istruttori DIU specializzati nella tutela dei beni culturali, oltre a personale qualificato, con il compito di supportare i Comitati territoriali aderenti nella proposta di apposizione dello Scudo Blu sui beni da proteggere.

Il progetto si ispira simbolicamente al percorso della Via Francigena nel Lazio, comprese sue derivazioni e vie collegate, con l’obiettivo di “scudare” – cioè mettere sotto protezione – il patrimonio storico e culturale presente lungo questo importante cammino.

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L'Associazione della Croce Rossa Italiana, organizzazione di volontariato, ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Organizzazione di alto rilievo, è posta sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica. La CRI fa parte del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Nelle sue azioni a livello internazionale si coordina con il Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) nei Paesi in conflitto e con la Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) per gli altri interventi.

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