Cenni storici
L'Oratorio di Santa Caterina fu fatto erigere dalla famiglia fiorentina degli Alberti attorno alla metà del '300. Malgrado l’aspetto austero della facciata, l’interno ospita un maestoso ciclo di affreschi che narra la vita della giovane martire egiziana.La campagna decorativa prese avvio verso il 1360 dalla scarsella, dove lavorarono il Maestro di Barberino e Pietro Nelli, pittori attivi in particolare nella seconda metà del Trecento. Solo dopo trent’anni di stallo la decorazione riprese, per rispettare le volontà espresse da Benedetto di Nerozzo degli Alberti nel testamento del 1387. Ne fu incaricato Spinello Aretino, abile pittore molto affermato verso la fine del secolo, che affrescò vivacemente la prima campata con nuove scene della vita della santa.
Nel 1626 il rettore Francesco Venturi fece costruire la sacrestia, aprendo peraltro una porta che causò la perdita della parte inferiore della figura di Sant’Antonio Abate di Pietro Nelli. Fu forse lo stesso Venturi a promuovere l’imbiancatura degli affreschi della scarsella, mentre quelli di Spinello restarono sempre a vista, anche nel periodo in cui l’oratorio fu destinato a uso colonico.
L’attenzione per le sorti dell’oratorio si riaccese nell’Ottocento, ma solo a partire dall’inizio del secolo successivo furono intrapresi restauri alla struttura e agli affreschi, l’ultimo dei quali realizzato nel 1996-1998. L’oratorio, dopo numerosi passaggi di proprietà, è stato acquisito dal Comune di Bagno a Ripoli nel 1988.
Perché è stato scudato
Il Comune di Bagno a Ripoli ha identificato il monumento come bene di interesse comune .
All’esterno l’oratorio è un semplice edificio con pareti di bozze di alberese, come ce ne sono tanti nella campagna toscana, ma all’interno è un tripudio di colori. La prima campata e la scarsella sono impreziosite da una splendida decorazione a fresco che narra le Storie di Santa Caterina d’Alessandria, protettrice dei giudici e dei notai, venerata per tutto il Medioevo per la sua sapienza.
Gli affreschi della parete destra ritraggono la Conversione e il Battesimo di Caterina, impartito da un monaco eremita; il Matrimonio mistico della santa con Gesù Bambino e la scena in cui Santa Caterina rifiuta di adorare gli idoli come ordinato dall’imperatore Massenzio. Sulla parete opposta si trovano invece rappresentate le scene della disputa con i filosofi pagani e il Rogo dei sapienti, cioè il martirio di quelli che Caterina aveva convertito al Cristianesimo; una doppia scena ambientata in prigione illustra la Conversione dell’imperatrice Faustina e di Porfirio, capitano dei soldati, e la Visita di Cristo alla santa; segue la Decapitazione di Porfirio e dei soldati convertiti.
Le storie terminano sopra l’arco trionfale con il Martirio della santa per decapitazione e il Trasporto del corpo sul Monte Sinai grazie agli angeli.