Cenni storici
L’architettura del Palazzo Reale, profondamente amata dai milanesi, affonda le sue radici nel Medioevo e si sviluppa parallelamente alla storia politica della città. Testimone dei mutamenti di Milano, l’edificio viene profondamente rinnovato nella seconda metà del Settecento, durante il dominio asburgico, grazie all’intervento dell’architetto Giuseppe Piermarini, affiancato da Leopold Pollack.Palazzo Reale fu gravemente danneggiato nell’agosto del 1943, durante i bombardamenti che colpirono Milano e causarono devastazioni diffuse. In quella tragica notte del 15 agosto, un raid aereo britannico colpì direttamente l’ala est del cortile d’onore e l’area della Sala delle Otto Colonne, in prossimità di via Rastrelli. Le esplosioni provocarono il crollo delle statue nella splendida Sala delle Cariatidi, simbolo della ferita inferta all’edificio, mentre l’unico elemento rimasto integro fu il campanile della chiesa di San Gottardo in Corte, con le lancette dell’orologio ferme sull’ora del disastro. I danni si aggravarono ulteriormente a causa dell’onda d’urto che fece saltare molte tegole del tetto, e soprattutto per l’incendio divampato nelle travature dei sottotetti. L’incendio, non immediatamente rilevato e contenuto, si propagò rapidamente, complici le condizioni di caos e disorganizzazione in cui versava la città in quel periodo.
Perché è stato scudato
Nonostante le ferite della guerra, Palazzo Reale ha saputo risorgere, diventando oggi uno dei principali poli culturali italiani.
Oggi il Palazzo Reale è uno dei principali spazi espositivi italiani, custode di importanti collezioni d’arte e sede di prestigiose mostre temporanee, spesso di risonanza internazionale, e scrigno di collezioni d’arte di inestimabile valore.
Oltre al suo ruolo artistico, ricopre anche un importante ruolo istituzionale, ospitando eventi politici, culturali e cerimonie ufficiali che confermano il suo status centrale nel panorama cittadino e nazionale.
L’apposizione dello Scudo Blu a Palazzo Reale rappresenta un gesto concreto per ricordare che difendere la cultura vuol dire difendere l’identità e la memoria collettiva.