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Villa Badoer (Fratta Polesino – RO) è scudato Villa Badoer (Fratta Polesino – RO) Rovigo e provincia

Cenni storici

La villa fu commissionata nel 1554 dal "Magnifico Signor Francesco Badoero", un personaggio di spicco ma di modesta rilevanza pubblica, discendente di un'illustre famiglia della Serenissima, a seguito del sodalizio con la famiglia Loredàn.

La Villa Badoer è descritta nel trattato palladiano "I quattro libri dell'architettura" del 1570, con una rappresentazione in pianta e prospetto, e una breve didascalia che ne illustra le fattezze. La realizzazione della Villa, come appare oggi, non si discosta significativamente dal disegno originale, grazie ai lavori di restauro e ripristino eseguiti dagli anni Sessanta, dopo che il complesso venne aperto al pubblico.

Della storia successiva alla costruzione della Villa si conoscono principalmente i passaggi di proprietà: prima i Mocenigo, poi i Gradenigo, i Del Vecchio Bianchini e infine i Cagnoni-Boniotti, gli ultimi proprietari privati. Successivamente, la villa fu venduta allo Stato, diventando proprietà dell'Ente per le ville venete e infine della Provincia di Rovigo, che ha permesso di avviare i restauri necessari. Nel 1996, la Villa palladiana è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Dal 21 febbraio 2009, le barchesse settentrionali della villa ospitano il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine.
Villa Badoer
Villa Badoer
Villa Badoer
Villa Badoer
Villa Badoer

Perché è stato scudato

A differenza della maggior parte delle opere palladiane, Villa Badoer non è situata in un’area isolata ma è inserita in un contesto di borgata. Questo non penalizza la Villa; anzi, la rende quasi incastonata nel suo alto basamento, armonizzandola con l’ambiente circostante e valorizzandola ulteriormente.

Nota anche come “la Badoera”, quasi fosse la bella signora del paese, la Villa domina il paesaggio dal suo terrapieno: un solido basamento di pietra dove un tempo sorgeva un castello medievale. La Villa ha mantenuto nel tempo un ruolo principale ospitando nelle sue barchesse le testimonianze dei villaggi della tarda Età del Bronzo sorti lungo l’antico corso del Po. Difatti, la villa ha influenzato lo sviluppo urbano di Fratta Polesine, diventandone il fulcro e punto di aggregazione, assolvendo così alla sua funzione di centralità economica oltre che estetica.

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